ORDEN DE CABALLEROS TEUTÓNICOS DE SANTA MARÍA.

Por |2020-11-13T03:47:52+01:00martes, julio 19, 2011|

Quinta Parte
Con la entrada de hoy, finalizamos la serie dedicada a la Orden de Caballeros Teutónicos de Santa maría.

Gran Maestro.
Sua Eccellenza Reverendissima l’Abate Generale Dr. Bruno Platter è il 65° Gran Maestro dell’Ordine Teutonico.
E’ nato il 21 marzo 1944 ad Auna di Sotto in Alto Adige ed è stato ammesso nell’Ordine Teutonico nel 1963, conseguendo, poi, il Dottorato in Teologia.
Ordinato sacerdote ad Innsbruck, ha assunto la direzione del convitto dell’Ordine Teutonico a Bolzano ed è stato Direttore dell’Associazione degli educatori.
Per tanti anni ha svolto la funzione di economo provinciale ed ha amministrato i beni dell’Ordine in Alto Adige.
Il 25 agosto 2000 è stato eletto 65° Gran Maestro dell’Ordine Teutonico dal Capitolo Generale a Lana ed il 29 ottobre 2000 è stato benedetto Abate da Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Guglielmo Egger o.f.m. capp., Vescovo di Bolzano-Brixen.
E’ stato confermato nella carica di Gran Maestro il 24 agosto 2006 dal Capitolo Generale dell’Ordine riunito a Vienna.
I Familiari Teutonici.
L’Istituto di “Familiari” è stato approvato nel 1965 dalla Santa Sede ed è affiliato all’Ordine Teutonico.
I Familiari erano già previsti dalla regola medievale dell’Ordine e sono chiamati anche “Mariani”: essi sono parte dell’Ordine e costituiscono un’associazione pubblica ai sensi della Codice di Diritto Canonico, sotto l’autorità del Gran Maestro e della Sede Apostolica.
Donne e uomini di stato laico o spirituale (ne fanno parti sacerdoti, vescovi e cardinali che non emettono i voti solenni), costituiscono un supporto per l’Ordine nella realizzazione delle opere.
I Familiari, quindi, sono sacerdoti o laici cattolici che nella loro vita ordinaria servono l’Ordine attraverso la preghiera e le buone opere: questi sono divisi in due categorie. I primi sono i Cavalieri d’Onore, ammessi in numero molto limitato, che generalmente hanno una preminente posizione sociale e devono dare un servizio eccezionale per l’Ordine. I secondi sono i “Mariani” che, oltre ad essere cattolici praticanti, si distinguono per la loro fede e devono avere reso qualche particolare servizio all’Ordine. Tutti supportano l’Ordine nella preghiera.
Il Familiare diviene tale nel corso di una solenne cerimonia liturgica di investitura, durante la quale riceve, dal Gran Maestro, il mantello e la croce dell’Ordine.
L’ingresso nell’antica Istituzione avviene per nomina magistrale, dietro assenso del Consiglio, ed è riservato a coloro che vantano meriti eminenti verso l’Ordine stesso, verso l’umanità e verso la Chiesa, ma non sussiste più l’obbligo delle prove nobiliari, anche se l’accesso allo status di “Familiare” resta estremamente selettivo.
Il distintivo di riconoscimento dell’Ordine è una croce latina in smalto nero su smalto bianco di fondo, sormontato (per i Cavalieri d’Onore) da un elmo bianco e nero, con piume o (per i Marianer) da un semplice ornamento circolare, ed è sospeso da un nastro bianco e nero.
L’organizzazione e l’attività dei Familiari è disciplinata, in atto, dallo Statuto Apostolico approvato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica con decreto n. 71-1/86 del 25 marzo 1986 e dalle relative Norme di Attuazione.
L’Istituto di Familiari ripercorre, nella sua articolazione territoriale, le antiche strutture dell’Ordine cavalleresco, e cioè i Baliati (retti da un Balivo) ed, al loro interno, le Commende (rette da un Commendatore). Alcune commende, poi, godono di uno status particolare e sono denominate Commende Autonome in quanto, ancorché rette da un Commendatore sono poste, però alle dirette dipendenze del Gran Maestro, come i Baliati.

Affresco all’interno del Convento Teutonico della Magione di Palermo

BALIATI (BALLEI) E COMMENDE (KOMTUREI) DELL’ORDINE TEUTONICO.
•KOMMANDERIJ ALDEN BIESEN Selbstständige Komturei «Alden Biesen» – Belgien.
•BALLEI DEUTSCHLAND (Deutschherrenbund) .
1.Komturei «An Isar, Lech und Donau“
2.Komturei «An der Donau“
3.Komturei «Franken“
4.Komturei «Am Oberrhein“
5.Komturei «An Tauber, Neckar und Bodensee“
6.Komturei «An Rhein und Main“
7.Komturei «An Rhein und Ruhr“
8.Komturei «An Weser und Ems“
9.Komturei «An Elbe und Ostsee“
•BAILIVIA «CECHY, MORAVA A SLEZSKO» BALLEI «BÖHMEN, MÄHREN und SCHLESIEN»
•BALLEI ÖSTERREICH
1.Komturei «An der Drau»
•BALLEI «AN DER ETSCH UND IM GEBIRGE» – Südtirol
1.Komturei «Am Inn und Hohen Rhein»
•BALIATO «AD TIBERIM»
BALLEI «AD TIBERIM» – Rom
•COMMENDA AUTONOMA «SANCTA MARIA TEUTONICORUM» SELBSTÄNDIGE KOMTUREI «SANCTA MARIA TEUTONICORUM» – SIZILIEN
Portale interno del Castello teutonico della “Margana” in Sicilia con gli stemmi dell’Ordine Teutonico e del Commendatore 

La Commenda di Santa Maria degli Alemanni
L’icona della Madonna, venerata a Gela (Diocesi di Piazza Armerina) come patrona, fu portata in quella città dai Cavalieri dell’Ordine Teutonico e, secondo la testimonianza dell’abate Rocco Pirro, il culto a Maria SS. D’Alemanna trae la sua origine proprio dai Teutonici.
I Teutonici furono chiamati nell’isola Alemanni (nell’uso poetico e letterario col nome di Alemanni si trovano spesso indicati i Tedeschi), e perciò la chiesa di Santa Maria dei Teutonici era la chiesa di Santa Maria degli alemanni o dell’Alemanna.
I racconti popolari, tramandati da generazione in generazioni, parlano del rinvenimento della venerata icona di Maria SS. d’Alemanna in un modo miracoloso intorno al 1476. Si narra infatti che un contadino mentre arava la terra si accorse che i suoi buoi non proseguivano più; pensando che si trattasse di un ostacolo proveniente da qualche corpo duro sottostante il terreno, il contadino si mise a scavare, anche con la segreta speranza di trovare un tesoro nascosto, ma quale non fu la sua meraviglia quando le sue mani cominciarono a tirar fuori una tavola sulla quale s’intravvedeva una immagine dipinta: era l’effige della Beata Vergine. Nel momento stesso in cui estrasse dal terreno l’intero quadro, il contadino si accorse che i due buoi si erano inginocchiati.
Maria SS. d’Alemanna è chiamata protettrice e Patrona della città, ufficialmente verso il 1650 in seguito ad una bolla di Urbano VIII. Gli atti di proclamazione vennero stilati a Gela nel dicembre del 1659 e poi del marzo del 1693, in quest’ultimo anno in particolare, in occasione del famoso terremoto che distrusse molte città dell’isola e causò molte vittime nella sua parte orientale.
La bella icona bizantineggiante della Vergine riporta alla Terranova voluta da Federico II, che chiamò “i Religiosi Teutonici di Santa Maria d’Alemanna, i cui Frati prestavano culto alla Divina Signora, da essi certamente arrecata”.
Questa tavola, sotterrata dai Cavalieri Teutonici, durante le incursioni saracene trai secoli XIV e XV, in una buca nei pressi dell’altare dell’antica, omonima chiesetta, è la memoria storica di avvenimenti significativi della città: ad essa i gelesi attribuiscono lo scampato pericolo dal terremoto del 1693 e l’incolumità durante il violento bombardamento navale del 10 luglio 1943.
Fin dal 5 settembre (la festa dura 4 giorni), la città illuminata è in grande fermento gioioso, e ci si ritrova il mattino sul lungomare per gustare l’emozione de “ u paliu ‘a ‘ntinna (la cuccagna a mare)”, nel pomeriggio ad assistere alle gare sportive nei diversi quartieri, a visitare le mostre di artigianato locale o le bancarelle, e ci si reca alla Chiesa Madre per sciogliere un voto o per un momento di preghiera alla Vergine dell’Alemanna.
La mattina dell’8 settembre, la Chiesa Madre è meta di una folla che sosta in preghiera davanti all’icona della patrona.
Alle 10.30 il vescovo della Diocesi celebra un solenne Pontificale e nel tardo pomeriggio si svolge la processione dell’icona per le vie cittadine, con momenti tradizionali toccanti quali la spogliazione dei bambini e le soste al cimitero monumentale, per affidare i defunti a Maria, al Palazzo di Città, per invocare sostegno e sapienza sugli amministratori, al viale Mediterraneo, per la benedizione del mare, a Mulino a Vento, per raccomandare gli operatori economici e gli operai dell’industria, a Porta Caltagirone chiedendo la protezione della patrona sulla campagna gelese.
Il Gran Maestro dell’Ordine Teutonico, nel decretare l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione di Maria, Patrona della Sicilia, il ritorno dell’Ordine nell’isola, presso la Diocesi di Piazza Armerina, ha voluto rendere omaggio alla memoria storica della presenza teutonica in quelle terre ed alla devozione popolare, intitolando a “Santa Maria degli Alemanni” la nuova Commenda Autonoma di Sicilia.