Segunda Parte
L’Ordine nel XIV secolo.
Dopo la morte di Mindaugas, nel 1262, il cattolicesimo, però, scomparve rapidamente tra il suo popolo e ripresero le razzie ai danni dei Cavalieri Teutonici. Questo stato di cose si protrasse fino al 1320, quando il Granduca Gedimanas lanciò un’offensiva in grande stile contro i possedimenti dell’Ordine Teutonico, riportando importanti vittorie.
Gedimanas, temendo la crociata, si fece battezzare e diede in sposa la figlia all’erede del re di Polonia Vladislao IV. Tuttavia, nel 1322, la guerra riesplose.
I pagani riconquistarono molti territori, arrivando fin sotto Riga, dopo aver distrutto tutte le chiese e i monasteri, e massacrato sistematicamente preti e fedeli.
Nel 1338 l’Ordine, guidato dal Gran Maestro, Dietrich von Altenburg, inflisse una pesante sconfitta ai Lituani nella piana di Dablawken (Galeluken). Nel 1343, la guerra riprese, con incursioni lituane in Livonia, Sambia e Samogizia.
Stemma del Gran Maestro von Altenburg
Nel 1346, il Re di Danimarca, Valdemaro IV, vendette all’Ordine tutti i possedimenti danesi nell’Estonia.
Si era realizzato così uno dei regni più potenti che la storia del medioevo ricordi.
Nel 1348 il nuovo Gran Maestro, Heinrich von Arffberg, preparò una spedizione contro la Lituania: i Cavalieri ebbero la meglio e l’estate successiva furono in grado di compiere un’ulteriore attacco, che procurò migliaia di prigionieri, che venivano subito liberati, una volta accettato il battesimo.
Nel 1386, il Granduca di Lituania, Jagellone, si fece battezzare per sposare la figlia del Re di Polonia, Hedwige. Il Lituano sarebbe quindi divenuto un giorno Re di quella nazione, che aveva nell’Ordine Teutonico il suo maggior avversario.
Nel 1404, a Racziansz fu conclusa una “pace perpetua” tra i Cavalieri e lo Jagellone. In base al Trattato, era confermata la Samogizia come territorio dell’Ordine, che consentiva così di unire la Prussia alla Livonia, senza soluzione di continuità, ratificando inoltre anche il possesso, acquisito ad Ovest nel 1402, del Neumark del Brandeburgo.
L’Ordine Teutonico aveva così raggiunto l’apice della potenza militare.
L’Organizzazione dell’Ordine.
Al momento del massimo splendore l’Ordine Teutonico era diviso in nove province.
Due provincie erano dette “di combattimento” ed erano quelle di Prussia e Livonia, perché il dispositivo militare vi era sempre all’erta. Le altre erano “di pace” ed erano quelle di Germania, Austria, Boemia, Ungheria e Pomerania.
I monaci-cavalieri disponevano, per reggere un dominio così vasto, di un ordinamento normativo molto complesso, che si suddivideva in regole, leggi ed usanze, e che si venne completando nel corso del secolo XIII.
Alla testa dell’Ordine era il magister, ossia il magister generalis o hochmeister: questi era eletto a vita dal capitolo elettorale (Wahlkapitel) che si formava in parte per elezione ed in parte per cooptazione.
L’insieme dei fratelli designava, infatti, un “commendatore del voto” (Wahlkomtur) il quale sceglieva un fratello, i quali a loro volta ne sceglievano un terzo e così via fino a formare il numero 13, che voleva ricordare il collegio apostolico presieduto da Gesù Cristo. Al momento dell’elezione il Commendatore del voto pronunciava a voce alta il nome del candidato; gli altri elettori potevano accettare quella designazione oppure opporvisi.
Questa prassi rimase in vigore fino al 1500.
La tradizione voleva che dei tredici elettori, otto fossero fratelli-cavalieri, quattro rappresentanti dei fratelli non-cavalieri e uno solo fosse fratello-prete. Il Gran Maestro, che dal 1309 risiedeva in Prussia, era coadiuvato da cinque grandi ufficiali: il Gran Commendatore (Grosskomtur), braccio destro del Gran Maestro; dal Maresciallo (Marschall) responsabile militare dell’Ordine; dall’Addetto ai Tessuti (Trapier) responsabile dell’apparato logistico dell’Ordine; dall’Ospitaliere (Spittler) cui spettava la cura del settore caritativo, e infine dal Tesoriere, (Tressler), che gestiva la parte economica.
A capo delle province vi era un Gran Commendatore (Grosskomtur) detto pure Landmeister, mentre nella provincia tedesca il Maestro provinciale aveva il titolo di Maestro tedesco, Deutchmeister o Magister Germaniae.
Le provincie erano, a loro volta, divise in baliati, formati da commende, cellula di base della suddivisione amministrativa dell’Ordine.
Tutti i Commendatori e i gran dignitari si riunivano in un Capitolo generale, che rappresentava il supremo organo legislativo e poteva anche fungere da suprema corte di giustizia.
Il Capitolo poteva ratificare o meno le decisioni del Gran Maestro; aveva un supremo potere d’ispezione ed inoltre la facoltà, in base ad un precisa procedura, di deporre il gran Maestro.
Questo è accaduto solo due volte nella storia dell’Ordine: nel 1293 quando venne deposto Gehrard von Malberg e ancora nel 1413, quando venne deposto, col consenso del Papa e dell’Imperatore, Heinrich von Plauen.
Una struttura, come appare evidente, in tutto simile a quella dell’Ordine dei Cavalieri di Malta e che, nonostante le apparenze, pur con i necessari adattamenti connessi alle riforme subite dall’Ordine, è rimasta sostanzialmente immutata sino ai nostri giorni.
I fratelli cavalieri.
I fratelli erano suddivisi in varie categorie. Innanzi tutto vi erano i fratelli-cavalieri (Ritterbrüder) che rappresentavano l’élite militare dell’Ordine.
Erano di origine nobile, dipendevano solo dall’autorità del Gran Maestro o dei suoi rappresentanti, e dovevano essere sudditi o vassalli del Sacro Romano Impero, e quindi non necessariamente tedeschi.
La bolla di Celestino II del 1143 voleva soltanto che il priore dell’Ordine sapesse parlare la lingua germanica.
Si diveniva fratelli-cavalieri al termine di una cerimonia strutturata sul rito della cavalleria civile. Prima però il postulante doveva rispondere a dieci domande. Se apparteneva ad un altro ordine; se era sposato; se aveva malattie nascoste; se aveva debiti; se era un servo; se era pronto a combattere in Palestina o in qualsiasi altra parte; se era pronto a prendersi cura dei malati; a svolgere qualsiasi lavoro sapesse fare, qualora richiesto; ad obbedire alla regola.
Il novizio, dopo aver trascorso una notte di veglia ed essersi confessato, ascoltava la messa solenne, durante la quale si comunicava; il Gran Maestro o un suo rappresentante procedeva poi all’investitura, con il colpo di piatto della spada sulla spalla. Questa solenne cerimonia avveniva di solito nelle grandi festività, a Natale, Pasqua, Pentecoste e anche nella solennità di S. Elisabetta d’Ungheria, patrona dei Teutonici. Solo i fratelli-cavalieri, per un privilegio convalidato nel 1230 da Gregorio IX, potevano indossare il grande mantello bianco ornato sulla spalla sinistra da una croce nera.
Questa categoria di membri oggi non esiste più o, meglio, dopo la riforma di inizi ‘900 nessuno vi è stato più ammesso.
Sopravvive, invece, quella dei c.d. “mariani” o “familiari”, non nobili ma di rilevante e conclamata posizione sociale, istituita nel 1871, i quali, vengono aggregati all’Ordine secondo un rituale che ricalca in tutto e per tutto l’investitura degli antichi cavalieri teutonici, costituendo nel loro insieme una società di fedeli disciplinata dal diritto pubblico canonico, assai simile ai terz’ordini delle altre “religioni”.
Sopravvive, del pari, la categoria dei cavalieri onorari, creata nel 1886, oggi annessa a quella dei familiari, della quale costituisce l’élite, la cui ammissione è concessa in casi assolutamente eccezionali.
La categoria dei fratelli-cavalieri sopravvive, invece, con requisiti rigorosissimi di nobiltà, nel ramo protestante dell’Ordine nel Baliaggio di Utrecht, passato alla riforma dopo la soppressione dell’Ordine, ad opera di Napoleone, nel 1809.
Anche nel ramo protestante di Utrecht, amministrato da un Landcommander, fondato come cattolico nel 1249 con la separazione dalla giurisdizione di Mergentheim, soppresso nel 1581 con la riforma protestante e ristabilito, come riformato, l’8 agosto 1815, posto sotto la protezione della Corona dei Paesi Bassi, vengono ammesse persone non in possesso di tutti i requisiti di nobiltà richiesti dagli statuti dell’Ordine: questi vengono chiamati aspiranti.
Nell’Ordine cattolico dopo i cavalieri seguivano per importanza i fratelli-preti, cui spettava l’assolvimento del servizio religioso, il compito di evangelizzare i territori conquistati, di svolgere una missione educativa anche riguardo agli altri fratelli, e di assicurare i conforti spirituali ai malati che frequentavano i circa sessanta ospedali che l’Ordine possedeva nel 1400.
Questa categoria di membri sopravvive nell’odierna struttura dell’Ordine Teutonico e ne ha assunto in pieno il governo al quale partecipano, entro alcuni limiti, anche i “Familiares”.
L’ultima categoria era quella dei Laienbrüder, i fratelli laici, che svolgevano le mansioni più umili (come quelle d’agricoltore, giardiniere, maniscalco, sellaio ecc.) e provenivano da famiglie non nobili. Erano anche detti “semi-fratelli”, Halfbrüder, oppure “uomini dal mantello grigio”, Graumäntler, anche se erano sottoposti in tutto alle regole dell’Ordine.
Questa categoria oggi non esiste più né nel ramo cattolico, né in quello protestante, anche se, per quanto riguarda quello cattolico, ad essi possono essere assimilati gli odierni oblati, categoria presente anche in altri ordini religiosi .
Presente nell’Ordine Teutonico oggi (come nella tradizione medievale) anche il ramo femminile delle sorelle, il quale, a differenza di quanto accade negli altri ordini religiosi, è parte integrante dell’unico Ordine ed ha come proprio superiore lo stesso Gran Maestro Teutonico.
La vita nell’Ordine.
Nelle due province di combattimento, Prussia e Livonia, al momento della sua massima espansione, l’Ordine disponeva di circa tremila cavalieri nella prima, e di cinquecento nella seconda.
I cavalieri avevano l’ordine tassativo di risiedere in una delle 60 fortezze costruite tra Prussia e Livonia. La vita dei fratelli si conformava alle regole monastiche dell’Ordine ed era severa.
L’abbigliamento era modesto: si componeva di biancheria di lino, di una specie di tunica di lana con cappuccio, e, per i cavalieri, del celebre mantello bianco. D’inverno si era autorizzati a portare una cappa di pelle di capra o di montone oltre ai guanti.
I cavalieri erano anche monaci. Una parte considerevole della giornata era, quindi, dedicata alla preghiera, che, tra servizio diurno e notturno, occupava circa cinque ore al giorno. I doveri religiosi erano assolti anche durante le campagne militari.
Così, nel 1344, il Gran Maestro König ottenne dalla S. Sede l’autorizzazione ad iniziare la prima messa quand’era ancora buio, poiché, a quelle latitudini le giornate invernali, erano così corte che i cavalieri dovevano mettersi in marcia prima del levar del sole. Il momento della consacrazione era sempre fatto coincidere collo spuntar dell’alba.
Al campo, la tenda del maestro o del maresciallo diveniva la chiesa dell’esercito e l’ufficio era recitato su un altare portatile messo in modo tale che le guardie potessero sentire.
I Cavalieri Teutonici si comunicavano sette volte l’anno. I giorni di digiuno erano 120, e si dividevano in digiuni detti ‘della Chiesa’ (vigilie delle feste principali e Quaresima) e quelli particolari dell’Ordine, che andavano dal 14 settembre all’Avvento e dall’Epifania al Mercoledì delle Ceneri. In questi giorni di digiuno si pranzava una sola volta al giorno, nel primo caso alle tredici e trenta, nel secondo alle sedici. Soltanto il Venerdì santo il digiuno era completo a pane ed acqua. Il cibo era eguale indistintamente per tutti. I fratelli dormivano completamente vestiti con gli stivali, ma senza mantello, in una vasta camerata non riscaldata. Dovevano osservare il silenzio durante i pasti, nel dormitorio, in latrina e durante le marce; potevano intagliare il legno o giocare a scacchi, ma erano proibiti i giuochi che comportassero l’uso del denaro. Non potevano far mostra del proprio blasone, partecipare a tornei, o cacciare, se non il lupo, la lince e l’orso, ma senza l’aiuto di cani da caccia. Potevano coltivare la barba, ma i capelli dovevano essere corti e ordinati.
Molta parte del tempo era ovviamente dedicata agli esercizi militari, alle parate, all’addestramento, alle marce, sempre in silenzio. L’armamento era quello di un qualsiasi cavaliere dell’epoca.
Le spedizioni si svolgevano di solito in inverno, quando ghiacciava; ma, in qualsiasi stagione e con qualsiasi tempo, il cavaliere era pronto alla guerra.
I monaci-soldati non dimenticarono mai che lo scopo principale della loro missione era l’evangelizzazione.
Così, tra il 1280 e il 1350, in circa un’ottantina d’anni, vennero costruite nei territori della Prussia e della Livonia settecentotrentacinque chiese.
La religiosità dell’Ordine.
Il culto dominante era quello riservato alla Madre di Dio, patrona speciale dei Cavalieri Teutonici, della diocesi di Riga, della Prussia e della Livonia. La vita militare era strettamente legata alla devozione mariana; così la reysa
[spedizione] invernale iniziava il 2 febbraio, giorno della Purificazione della Madonna, quella estiva il giorno dell’Assunzione, 15 agosto, o l’8 settembre, festività della Natività di Maria.
Il Gran Maestro von Kniprode era famoso per aver raddoppiato le pratiche di pietà in omaggio della Madonna, prima d’ogni campagna, e sin dal 1309, il Gran Maestro von Feuchtwangen ordinò ai frati di recitare ogni ora una Salve Regina o un’Ave Maria.
Winrich vo Kniprode.
Nel 1340 il Gran Maestro von Altenburg istituì la festa dell’Immacolata Concezione, e dal 1390 si festeggiava il 2 luglio la solennità della Visitazione.
Anche la toponomastica reca evidenti tracce del culto mariano: Marienburg, Marienwerder, Frauenburg in Prussia, e ancora una Marienwerder sul Njemen e una Marienburg e un Marienhausen in Livonia.
Nel 1330 la Vergine apparve al re Wladislao di Polonia e gli domandò, essendo questi in guerra con l’Ordine: “Perché distruggi il mio paese?”. A Lei furono attribuite alcune miracolose vittorie dell’Ordine come quelle di Strawe del 1348 e di Rudau nel 1370.
Tra le altre devozioni si diffuse particolarmente quella delle Cinque Piaghe e del Corpus Domini.
Il Gran Maestro Luder von Brunswick era solito ascoltare ogni venerdì la messa della Passione.
Castello Teutonico di Marienburg.
Página Web Oficial de la Commenda Autonoma di Santa Maria degli Alemanni in Piazza Armerina .
(Continuará en siguientes entregas).